Per Ludwig van Beethoven (1770-1827), i suoi soggiorni a Heiligenstadt, allora ancora un sobborgo rurale viennese, furono caratterizzati da profonde emozioni. Soffriva di problemi di udito e sperava che una visita al sanatorio di Heiligenstadt, situato nelle immediate vicinanze del Mayer di Pfarrplatz, avrebbe migliorato le sue condizioni. Già nel 1802, Beethoven aveva documentato la sua disperazione per la perdita dell’udito con parole strazianti nel suo “Testamento di Heiligenstadt”.
A Heiligenstadt trovò nuove forze. Nel 1803/1804, Beethoven completò la sua terza sinfonia “Eroica”. Ludwig van Beethoven si trasferì nella romantica casa bifamiliare della cantina “Mayer am Pfarrplatz” nel 1817. Questo evento è stato organizzato da Joseph Aug. Lux, nella sua biografia di Beethoven del 1927, si esprime così:
“A Heiligenstadt è stata certamente trovata una residenza estiva; la casa è splendidamente situata nella tranquilla e soleggiata Pfarrplatz, al centro della quale si erge una statua di San Giovanni, circondata da quattro acacie. San Floriano si affaccia dall’angolo della casa su uno sfondo blu, un ampio cancello conduce al cortile; viti selvatiche sovrastano la scala di legno aperta sul lato lungo sinistro come un fitto processo verde, che conduce alle camere primitive, le cui finestre guardano lontano sul Danubio, attraverso il Marchfeld, dove la contessa Erdödy vive nella sua tenuta di campagna…”
Se oggi si cammina lungo Nestelbachgasse fino al Mayer in Pfarrplatz, il tempo sembra essersi fermato, perché ogni dettaglio della descrizione è ancora visibile in ogni luogo. Durante il periodo trascorso a Heiligenstadt, Ludwig van Beethoven lavorò alla sua opera più importante, la Nona Sinfonia.